Review


Blog Stories Review: http://storiesbooksandmovies.blogspot.it/2015/02/the-prestige-christopher-priest.html
Solo recentemente ho scoperto che la sceneggiatura di "The Prestige", scritta dai Nolan Bros si ispira liberamente - molto liberamente - all'omonimo romanzo di Christopher Priest pubblicato nel 1995.
Nessuna occasione al mondo poteva essere più interessante di questa: come rifiutare?
Se avete visto l'omonimo film... beh, dimenticatelo. I protagonisti del romanzo sono sempre loro, gli acerrimi nemici Robert Angier e Alfred Borden. La narrazione, tuttavia, procede in maniera differente da quella cinematografica. Le vicende dei due prestigiatori vengono introdotte, infatti, grazie ad una cornice: due discendenti delle famiglie Angier e Borden si incontrano ed insieme scavano sempre più nel passato alla ricerca delle origini della crudele rivalità che li unisce.
Solo dopo alcuni capitoli la lettura diventa dinamica ed accattivante. Con un incantesimo, o meglio, con un prestigio, Priest cattura il lettore con i diari dei due protagonisti, ben riconoscibili per i diversi stili. Grazie ad essi si riesce a ricostruire pagina dopo pagina la personalità di Borden, ambizioso e perfezionista, e del collega Angier, ossessionato dal trucco e dalla presentazione. Le loro vite si intrecciano casualmente ad una seduta spiritica: questo evento segnerà duramente l'esistenza di entrambi, destinata a consumarsi inganno dopo inganno e spettacolo dopo spettacolo.
Ovviamente non esistono personaggi cattivi e personaggi buoni. Ogni carattere ha una percentuale buona ed una malvagia. L'epoca in cui è ambientata la storia è, quindi, semplicemente perfetta. Siamo al tramonto del diciannovesimo secolo, all'apice dell'epoca vittoriana, età di falsità, ambiguità e sotterfugi. Il lungo flashback ai giorni degli spettacoli di magia inizia proprio con un compromesso tra il lettore e il secondo narratore Borden: tutto quello che verrà raccontato può essere verità ma può essere anche un astuto ed abile trucco finalizzato a trarre in inganno.
Proprio quest'ultimo è uno dei punti forti di questo romanzo. Davanti ad un evidente resoconto dei fatti alterato sia dal punto di vista di Angier che di quello di Borden, è facile soffermarsi - non poche volte - per domandarsi: devo credere a questo o è solo una distrazione che mi tiene lontano dalla realtà?
Questa curiosità contribuisce ad un crescendo inarrestabile di tensione che ha il suo culmine con il finale - a mio parere piuttosto discutibile - che ha luogo nel presente. Ogni domanda sembra avere la sua risposta ma sarà la verità o l'ennesimo accurato depistaggio?
The Prestige è chiaramente un buon libro, lo si intuisce già dalle prime pagine che, a dir la verità, non sono per nulla accattivanti. Esse però nascondono un piccolo diamante che vede la luce solamente grazie alle voci dei due prestigiatori. Il finale non è il migliore tra i possibili ma non è certamente da cestinare. Alcuni passaggi, soprattutto nel diario di Angier, potrebbero risultare noiosi o lenti.
Consiglio questa lettura a tutti, non solo ai cosiddetti appassionati del genere. The Prestige non rientra in nessuna particolare categoria e può essere apprezzato da chiunque.
Solo recentemente ho scoperto che la sceneggiatura di "The Prestige", scritta dai Nolan Bros si ispira liberamente - molto liberamente - all'omonimo romanzo di Christopher Priest pubblicato nel 1995.
Nessuna occasione al mondo poteva essere più interessante di questa: come rifiutare?
Se avete visto l'omonimo film... beh, dimenticatelo. I protagonisti del romanzo sono sempre loro, gli acerrimi nemici Robert Angier e Alfred Borden. La narrazione, tuttavia, procede in maniera differente da quella cinematografica. Le vicende dei due prestigiatori vengono introdotte, infatti, grazie ad una cornice: due discendenti delle famiglie Angier e Borden si incontrano ed insieme scavano sempre più nel passato alla ricerca delle origini della crudele rivalità che li unisce.
Solo dopo alcuni capitoli la lettura diventa dinamica ed accattivante. Con un incantesimo, o meglio, con un prestigio, Priest cattura il lettore con i diari dei due protagonisti, ben riconoscibili per i diversi stili. Grazie ad essi si riesce a ricostruire pagina dopo pagina la personalità di Borden, ambizioso e perfezionista, e del collega Angier, ossessionato dal trucco e dalla presentazione. Le loro vite si intrecciano casualmente ad una seduta spiritica: questo evento segnerà duramente l'esistenza di entrambi, destinata a consumarsi inganno dopo inganno e spettacolo dopo spettacolo.
Ovviamente non esistono personaggi cattivi e personaggi buoni. Ogni carattere ha una percentuale buona ed una malvagia. L'epoca in cui è ambientata la storia è, quindi, semplicemente perfetta. Siamo al tramonto del diciannovesimo secolo, all'apice dell'epoca vittoriana, età di falsità, ambiguità e sotterfugi. Il lungo flashback ai giorni degli spettacoli di magia inizia proprio con un compromesso tra il lettore e il secondo narratore Borden: tutto quello che verrà raccontato può essere verità ma può essere anche un astuto ed abile trucco finalizzato a trarre in inganno.
Proprio quest'ultimo è uno dei punti forti di questo romanzo. Davanti ad un evidente resoconto dei fatti alterato sia dal punto di vista di Angier che di quello di Borden, è facile soffermarsi - non poche volte - per domandarsi: devo credere a questo o è solo una distrazione che mi tiene lontano dalla realtà?
Questa curiosità contribuisce ad un crescendo inarrestabile di tensione che ha il suo culmine con il finale - a mio parere piuttosto discutibile - che ha luogo nel presente. Ogni domanda sembra avere la sua risposta ma sarà la verità o l'ennesimo accurato depistaggio?
The Prestige è chiaramente un buon libro, lo si intuisce già dalle prime pagine che, a dir la verità, non sono per nulla accattivanti. Esse però nascondono un piccolo diamante che vede la luce solamente grazie alle voci dei due prestigiatori. Il finale non è il migliore tra i possibili ma non è certamente da cestinare. Alcuni passaggi, soprattutto nel diario di Angier, potrebbero risultare noiosi o lenti.
Consiglio questa lettura a tutti, non solo ai cosiddetti appassionati del genere. The Prestige non rientra in nessuna particolare categoria e può essere apprezzato da chiunque.